Archivi tag: padri e figli

Padri e Figli di Turgenev

turgenevQuando mi è stata concessa la possibilità di leggere “Padri e Figli” dello scrittore russo Turgenev, non avevo ben compreso quale aspettative avrebbe lasciato in me questo romanzo. La tematica che balza immediatamente in superficie è quella del “nichilismo” che ci viene presentata in una chiave assolutamente innovativa, se contestualizzato all’epoca in cui fu reso pubblico il testo. Padri e figli infatti viene pubblicato nel 1862 e raccolse molti consensi da parte dei critici del tempo, uno tra tutti Pisarev il quale ritenne che “i personaggi e le situazioni, le scene e i paesaggi di Padri e Figli sono tracciati in modo così concreto, e nello stesso tempo morbido, che il più accanito nemico dell’arte sente, nel corso della lettura, un qualche incomprensibile piacere, che non si spiega né con l’interesse delle vicende narrate, né con una particolare verosimiglianza dell’idea principale” (cfr: “Niente, niente, niente di Paolo Nori, prefazione) . Tuttavia il polverone altrettanto contrastante che si sollevò sulla validità ideologica dell’opera è perdurato per molti anni. Ma oggi è facile riconoscere nell’emblematica figura del nichilista Bazarov (protagonista indiscusso del libro) un individuo che probabilmente ci rappresenta. “Padri e Figli” è un condensato di elementi: dal contrasto evidente tra generazioni ai cambiamenti epocali e politici, dall’ideologia liberale ad una radicale. Ed è proprio nella rilevanza di elementi condensanti che mettono al buio la trama che passa, per questo motivo, in secondo piano. La storia si apre con l’arrivo in patria di due giovani amici Evgenij Bazarov e Arkadij Kirsanov i quali sono stati fuori per tre anni per motivi di studio. I due soggiornano momentaneamente nella casa di Arkadij, prima che il compagno Bazarov ritorni a casa sua. In questi pochi giorni di convivenza sorgeranno i primi contrasti tra i “padri” (Nikolai Petrovič, e suo fratello Pavel Petrovič) e i due giovani, di cui però si rende maggiormente protagonista di contrasti proprio Bazarov, il nichilista, il quale con le sue idee “moderne”, andrà contro i due fratelli Petrovič. Possiamo segnare con certezza alcune date: 1859, periodo in cui si svolgono i fatti, 1861, epilogo dei fatti accaduti dopo l’abolizione dell’istituto della servitù della gleba. Ebbene, il romanzo si modula su due poli opposti: una cultura nobiliare antica e una nuova democratica. Gli argomenti più importanti sono: l’atteggiamento verso la cultura elaborata della nobiltà, l’arte e la scienza, la condotta dell’uomo, la morale, l’educazione, il dovere sociale. I Petrovič rappresentano il polo più radicale, quello antico ancora legato ai vecchi dettami ideologici, Bazarov, il nichilista, è il polo moderno, l’animo liberale, che disprezza la chimica, le scienze naturali, il materialismo. Passerà in secondo piano l’opinione di Arkadij, facilmente influenzabile e poco convinto delle sue idee. Allo stesso tempo troviamo in Bazarov dei lati negativi propri del suo animo anticonformista. L’aspetto che forse mette maggiormente in discussione la figura del nichilista, sorge nel momento in cui si trova di fronte a qualcosa che può comportare una contraddizione, rispetto al suo atteggiamento liberale: l’amore. Infatti Bazarov vi rinuncia; l’amore è solo un fatto fisico, non può andare oltre. Alla fine tuttavia, Bazarov cadrà in una passione struggente nei confronti di Anna Odincova, la donna della quale si innamora. Quest’ultima però sembra non corrisponderlo, anzi la nobildonna tenderà ad essere sempre più fredda e distaccata. Inevitabilmente l’eroe nichilista sembra perdere credibilità nel racconto di fronte alla vittoria del sentimento amoroso rispetto all’anticonformismo sbandierato. Ma improvvisamente il tema amoroso passa in secondo piano perché entrano in scena i genitori del nichilista, due persone devote al tanto amato figlio unico Bazarov. Nello scorrere delle pagine, Turgenev traccerà dei profili così struggenti dei due genitori nei confronti della fine imminente del protagonista il quale, quasi con coscienza, deciderà di concludere i suoi giorni per scelta distruttiva. Forse è nella figura contrastante di Bazarov che si cela la magia di quest’opera oggi acclamata come tra una delle più importanti della letteratura russa. Forse è nel finale così perfetto quanto al tempo stesso contraddittorio, che si presenta al mondo un libro istruttivo e assolutamente moderno. Non mi resta che augurarvi buona lettura.

Francesco Cornacchia