Di Francesco Cornacchia
Mi sono sempre chiesto chi fosse mai questa scrittrice così famosa in tutto il mondo chiamata Jane Austen. Di lei si sanno molte cose, soprattutto si conoscono i suoi romanzi. Di certo è possibile affermare (senza cadere in critiche pesanti) che oggi la scrittrice detiene un posto d’onore tra i grandi scrittori della storia, inglese soprattutto, che hanno dato una svolta al mondo letterario moderno. Ed è proprio quello che scriverà di lei Virginia Woolf definendola come “la più grande scrittrice donna“. La sua scrittura è semplice, tersa; i temi da lei trattati sono quelli strettamente connessi alla sua vita che, sappiamo, essere stata una delle più appartate e ordinarie che ci possano essere. Jane Austen nasce il 16 settembre 1775 da un pastore anglicano, George Austen e da Cassandra Leigh nello Hampshire. Penultima di otto figli, non si sposerà mai, esattamente come sua sorella più piccola Cassandra, alla quale sarà particolarmente legata. Sarà proprio quest’ultima che ci lascerà in dono un’immagine della scrittrice che oggi tutti conosciamo. L’unica, forse, testimonianza del suo viso, rivolto di tre quarti, che guarda lontano scrutando qualcosa. I riccioli ricoperti da una cuffietta, labbra leggermente dischiuse: insomma una donna della media borghesia qualunque. Sarà dietro quello sguardo attento e ironico che, osservando intorno, permetterà alla Austen di scrivere i suoi romanzi. Stesso sguardo acuto e attento si ritrova nel suo più famoso romanzo: “Orgoglio e Pregiudizio“. La storia infatti è incentrata sulla figura di Elisabeth Bennet, facente parte di una famiglia medio borghese, la quale combatterà contro i pregiudizi della borghesia nei confronti di Mr Darcy, uomo che chiederà la sua mano, finendo poi per redimersi e svegliarsi dallo stato di diffidenza nutrita dai pettegolezzi. Tuttavia Elisabeth non è l’unica protagonista del libro. Infatti ruolo non indifferente svolgerà Mrs Bennet, madre di Elisabeth, che tenterà in tutti i modi di far sposare le sue cinque figlie, inclusa la maggiore, Jane, che si innamorerà del giovane Bingley, uomo dell’alta borghesia. Lentamente la narrazione volge alla conclusione presentandoci un ritratto perfetto dei costumi della borghesia ottocentesca.
Jane Austen mi ha stupito per il suo modo di scrivere così semplice e delicato. In maniera minuziosa e arguta ci introduce nel mondo borghese, il suo mondo, ricco di contraddizioni, pregiudizi, ipocrisia. Un mondo che necessita di una evoluzione, quella che più tardi avverrà probabilmente con le sorelle Bronte, ma ancora più in là con la stessa Virginia Woolf che raccoglie nel saggio “Una stanza tutta per sé” l’eredità lasciata dalle donne nel mondo letterario. La Woolf dirà: “Se una donna voleva scrivere era costretta a farlo nel soggiorno comune” facendo riferimento agli inizi dell’Ottocento. Ma continua Virginia Woolf dicendo della Austen: “Come riuscisse a fare tutto questo è sorprendente, perché non aveva uno studio proprio in cui rifugiarsi, e gran parte della sua opera deve essere stata scritta nella stanza di soggiorno comune, dove era soggetta a ogni sorta di interruzioni casuali”. Ciò rende Jane Austen una donna brillante agli occhi di molti perché, con la sua capacità di scrivere senza obiezioni alla sua vita borghese, ha reso il miglior lavoro del suo tempo. Non resta che leggere i suoi romanzi con molta dedizione, immedesimandosi nei panni della scrittrice, immaginandosi un protagonista del teatro ricco di dettagli che Mrs Austen ci offre nei suoi capolavori.
Francesco Cornacchia
Siti consultati e consigliati – bibliografia
- http://www.criticaletteraria.org/2011/09/letture-incrociate-di-come-jane-austen.html
- http://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Austen
- http://webstreamer.altervista.org/download/austen_universo_femminile.pdf
- http://www.istitutocalvino.gov.it/cms/wp-content/uploads/2013/05/comvirt4.pdf
- “introduzione” di Riccardo Reim per Orgoglio e Pregiudizio, Newton Compton Editori, 2014